
GARA OLIMPICA TOKYO – TRIATHLON INDIVIDUALE FEMMINILE
Dopo la gara individuale femminile nel triathlon a Tokyo sui social abbiamo letto diverse voci sostenere che la competizione sia stata condizionata dalla posizione di partenza dal pontone, favorendo la parte destra. Una tesi che ha cercato di usare a proprio supporto una heat map costruita comparando il tempo di ciascun atleta nella prova olimpica rispetto alla media del distacco dal primo di frazione (nuoto) nelle due precedenti gare di World Triathlon Series. A nostro parere questa analisi, fortemente condizionata dal bias nella scelta dei dati, è metodologicamente debole per diverse ragioni, e di per sé non fornisce alcuna prova della bontà della tesi. Vediamo perché.

Conosci te stesso
«Ciò che in fondo mi manca è di veder chiaro in me stesso, di sapere ‘ciò ch’io devo fare’ [At 9,6] e non ciò che devo conoscere, se non nella misura in cui la conoscenza ha da precedere sempre l’azione. Si tratta di comprendere il mio destino»

Scarpa à la carte
Iniziamo con questo articolo un percorso di approfondimento del modello di prestazione della corsa, per sé e inserita nell’ambito delle attività multisport come il triathlon ma non solo, per studiare le risposte individualizzate dal punto di vista metabolico, meccanico, cinetico, cinematico e le interazioni tra atleti e materiali tecnici.